
A poche ore dall’arrivo del 2017 eccoci qui a parlare di…cibo e bevande!!! Scordatevi, però, lenticchie, cotechino, zampone, melograni, uva, spumante, champagne e via dicendo perché parliamo di capodanno giapponese e di conseguenza... paese che vai usanze che trovi.
La cena tipica dell’ultimo dell’anno (Omisoka) è chiamata “osechi-ryōri“, una speciale selezione di cibi tipici giapponesi serviti su un particolare contenitore laccato detto jubaku.

Vediamo nel dettaglio come si compone. Immancabili sin dal periodo Edo sono i Toshikoshi soba (toshi=anno e koshi=venire). La lunghezza dei soba, questa sorta di spaghetti, simboleggia l'augurio di longevità oltre a ricchezza e fortuna. Un tempo, infatti, nelle officine degli artigiani dell'oro e dell'argento si usava proprio la pasta di soba per raccogliere i preziosi frammenti dei materiali volati via. L'osechi-ryori è, poi, tradizionalmente composto da: konbu (alga bollita) simbolo di ricchezza e prosperità, kamaboko (pesce lavorato e cotto in modo da ottenere la forma di un panetto che può essere affettato e messo nelle zuppe o mangiato assoluto con le salse), kurikinton (purea di patate dolci con castagne) simbolo di successo e prosperità, kinpira gobō (radice di cardo cotto), kuromame (dolce fatto con i fagioli di soia neri, tradizionalmente simbolo di salute e forza fisica, propiziatori per il lavoro). Molti di questi cibi sopraccitati sono essiccati, per cui facilmente conservabili.
Esistono molte varietà di osechi, e alcuni alimenti tipici di un luogo non si trovano in altri. Ogni pietanza ha sempre un significato simbolico di prosperità e longevità, come anche da noi tutto sommato. L’orata (tai) è benaugurante in quanto ricorda l'aggettivo medetai (lieto, felice), le uova di aringa (kazunoko) sono simbolo di fertilità e procreazione in quanto kazu significa numero e ko bambino; le alghe nere (kobumachi), sono simbolo di gioia perché richiamano il verbo yorokobu (gioire, rallegrarsi), i gamberi (ebi) ed il daikon (rafano bianco) sono entrambi emblema di longevità per le loro sembianze: la gobba del gambero ricorda quella degli anziani e il ciuffo bianco della radice richiama la barba di un vecchio saggio.

Non raro, comunque, al giorno d'oggi che vengano consumati anche sashimi e sushi durante il cenone.

La mattina
del giorno di capodanno (Shogatsu), invece, è tradizione sorseggiare
del fukucha, tè verde con una prugna agrodolce chiamata umeboshi, mentre per far riposare lo stomaco il 7 gennaio, jinjitsu si prepara una zuppa di riso condita da sette erbe diverse (nanakusa-gayu).

Detto ciò chiudiamo questo mini speciale sul capodanno nipponico volto a farvi conoscere un po' più da vicino tradizioni e culture che sembrano distanti, ma che in realtà sono più vicine a noi di quanto non si pensi.
<3 alclea
E per concludere...
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RispondiEliminaAugurissimi a te, Lorella :*
RispondiEliminaE grazie ancora per il sostegno e per seguirci :)